La psicologia si occupa spesso delle conseguenze di vari tipi di violenza e oggi mi vorrei soffermare in particolare sulla violenza psicologica nell’era del web.
Esistono molti modi per distruggere psicologicamente persone o gruppi di persone: da articoli tendenziosi, a commenti offensivi sui social network, fino a campagne mirate di criminalizzazione e di persecuzione.
Protetti dallo schermo di un pc esistono persone che danno vita ad impulsi sadici, che si sentono onnipotenti e che cercano di distruggere altre persone.
La violenza peggiore si assiste tuttavia quando ci si trova di fronte a gruppi organizzati che fanno della disinformazione, del travisamento della realtà, della manipolazione i loro strumenti di tortura.
Possiamo leggere tutti i giorni campagne razziste contro i rom, contro i migranti, ma anche contro gli omosessuali, contro le donne, contro tutte le minoranza…
Da alcuni di questi gruppi ci si può proteggere, perchè è chiara la loro matrice pseudo-politica, ma da altri gruppi gli attacchi sono molto più subdoli e pericolosi.
Mi riferisco a tutte quelle organizzazioni che si fanno scudo della religione per dar sfogo ai loro pensieri più oscurantisti e violenti. Esistono infatti associazioni che in nome di una morale divina vomitano continuamente sul web campagne degne delle peggiori dittature e vedono in chi è differente da loro una minaccia, un pericolo da debellare.
Queste associazioni sono l’espressione delle peggiori pulsioni umane e utilizzano i loro contenitori semplicemente per poter violentare psicologicamente altri individui. E’ chiara la pulsione sadica degli individui che vi fanno parte e l’abbinamento con il web dà luogo ad un mix letale.
Anche io sono incappato in alcune di queste organizzazioni e ho potuto verificare i loro metodi da gestapo. Mi è infatti capitato di scrivere in privato (sottolineo in privato) ad una organizzazione di giuristi fondamentalisti ed estremisti per esprimere il mio dissenso rispetto ad alcune scelte che a mio avviso potevano istigare alcuni adolescenti al suicidio e il responsabile di questa organizzazione come risposta ha fatto pubblicare la mia lettera (privata) su un giornale on-line che sembra uscito dall’inquisizione. In questo articolo il mio pensiero è stato distorto in modo tendenzioso, sono stati menzionati tutti i membri della mia equipe, è stato pubblicato il nome del centro che dirigo e l’indirizzo in modo velatamente, ma chiaramente intimidatorio. Questi metodi sono quelli tipici utilizzati da vari regimi autoritari e il cui scopo è quello di distruggere con ogni mezzo quelli che loro considerano come una minaccia.. A me personalmente questi metodi scorretti fanno pena, in quanto ne conosco i meccanismi e soprattutto la frustrazione delle persone che li utilizzano, tuttavia mi spaventa pensare che questi individui possano agire in tal modo anche su adolescenti o persone non in grado di reggere psicologicamente queste manipolazioni.
C’è una responsabilità etica che probabilmente questi fondamentalisti non hanno, ma che deve essere necessariamente interiorizzata dai più. Sono contrario alle censure, quindi non auspico leggi che vadano a oscurare i siti di questi individui, ma cercherò di battermi in ogni modo perchè venga riconosciuto il danno psicologico che molte di queste organizzazioni causano a molte persone.
Le parole sono come dei bisturi: possono essere utilizzate per curare oppure come nei casi sopra citati per danneggiare, distruggere, annientare…